Le storie dei casiMisti, metafore della contemporaneità

La storia dei casiMisti nasce nel 2020, nel pieno dello straniante biennio segnato dal Covid e dalla segregazione domestica dei lockdown. Ricordiamo tutti gli short domestici girati in modo amatoriale da chiunque sapesse imbracciare uno strumento, per diffondere musica nell’unico modo concesso, cioè a distanza, attraverso quei piccoli oggetti mediatici, surrogati della socialità negata. Guardati da un’altra prospettiva, però, quei mesi di confinamento forzato ci costrinsero a dare fondo alle nostre risorse, a sondare ancora più intensamente la nostra creatività, a risvegliare quella parte di noi che a volte rimane sopita sotto il mantello della routine.

Eravamo proprio in quei mesi bui, infatti, quando mi venne l’idea di andare a riscoprire una canzone scritta qualche anno prima dal batterista e amico Marco Allaix, al tempo in cui condividevamo l’esperienza delle Officine Lumière. “Impronte digitali” era una canzone su cui avevamo iniziato a lavorare già nel 2014, ma che non vide mai la luce perché la band si sciolse prematuramente. Ho sempre amato la sua incisività ritmica, tra rock italiano e grunge, e il suo stile testuale, ricco di accostamenti simbolici tra il linguaggio del mondo numerico e il contesto concreto dei rapporti umani. Era un peccato lasciarla confinata ai nostri ricordi privati. Mi sembrava una metafora perfetta per raccontare le storture dei nostri tempi, soprattutto quelle connesse alla frantumazione contemporanea dei meccanismi relazionali, oggi radicalmente trasformati in una rete isolazionista e individualista dall’azione disgregante dei social network e delle tecnologie. Una canzone dalla tematica forte e sviluppata attraverso uno stile di scrittura che rivelava un notevole talento cantautoriale.

Così, la realizzammo. A distanza, naturalmente. E, ironia della sorte, con una buona dose di tecnologia! Il pezzo uscì a nome del marchio DuckHeads, con un bellissimo video girato e montato dallo stesso Marco. A quell’esordio, facemmo poi seguire un secondo singolo, “Nesayem”, altrettanto profondo e carico di riflessioni ancora tristemente attuali. Capimmo che poteva avere senso insistere su questa strada, magari provando a fornire a quella musica un vestito più compiuto, sotto forma di band. In realtà, la strada si rivelò subito in salita, con una genesi travagliata, che richiese svariati cambi di formazione e numerosi tentativi andati a vuoto. La line-up, infatti, si definirà soltanto a fine 2024, quando il bassista Matthew Grill entrerà nel gruppo, allora già guidato da Luca Bianciotto, carismatico front-man di questo quartetto dal significativo ed evidente DNA valchisonino.

casimisti da 100 a 0

Inizierà, così, il percorso dei casiMisti, incentrato sulla vena autoriale di Marco Allaix che, in poco tempo, darà vita a una decina di nuovi brani, frutto di un lavoro compositivo inteso a ridisegnare i canoni tradizionali del rock italiano. In evidenza, lo scardinamento della forma-canzone, operato attraverso strutture articolate che dilatano l’ascolto, rifiutando i sempre più inevitabili tempi della fruizione culturale rapida ed estemporanea introdotti dalla pervasività degli ipertesti. Quasi tutti i pezzi saranno accomunati da un marcato taglio narrativo. Plot finzionali, ma anche tanta ispirazione che attinge alla realtà fattuale: storie estrapolate da quei varchi spazio-temporali in cui si materializzano le evidenze più assurde, capaci di sfidare la fantasia sul suo stesso terreno e batterla. Deviazioni da un’apparente normalità che, meglio di fotografie didascaliche, sanno raccontare i nostri tempi. Un oggi immerso, ormai senza ritorno, in una sorta di metaverso reale che strizza l’occhio a scenari cibernetici. Affreschi in cui risaltano, per contrasto, le screpolature del nostro presente concreto. Riflessioni che, pur senza stigmatizzarlo incondizionatamente, mettono a nudo i lati oscuri del mondo digitale e, con accurate scelte di tempo, lo rileggono alla luce della sconcertante attualità che ci circonda. Un occhio critico – ironico ma, più spesso, cinico – rivolto ai temi delle ingiustizie sociali e degli squilibri geopolitici, enfatizzati dall’indifferenza conclamata delle nostre comode e lobotomizzate esistenze occidentali.

Il 10 ottobre 2025 è stato pubblicato “Da 100 a 0”, primo di undici singoli che usciranno con cadenza mensile di qui fino ad agosto 2026. L’episodio d’esordio è corredato da un video sperimentale che ripercorre visivamente i temi del testo. A raccontarci i contenuti di ogni singolo brano sarà proprio Marco Allaix. I suoi commenti accompagneranno gli aggiornamenti periodici, che integreranno questo nostro articolo in concomitanza con le singole release.

Ones

“Da 100 a 0” – casiMisti
casimisti da 100 a 0

“Da 100 a 0” è stata pensata come un piccolo film. È nata da un banale interrogativo: cosa si è disposti a fare per diventare famosi, a discapito degli altri?
Nel brano si racconta del sabotaggio dell’auto di uno
stuntman, da parte del suo regista, proprio per girare una scena maggiormente realistica e d’impatto, qualcosa che gli avrebbe fatto vincere un premio della critica e lo avrebbe reso “virale”.
Tuttavia lo
stuntman sopravvive all’incidente, si rifà una vita altrove e poi… ecco il gran finale: l’incontro inaspettato dei due personaggi.
Senza voler spoilerare, cosa succederà ora? Ci sarà una vendetta, una fuga, un perdono, o un altro colpo di scena?
“Da 100 a 0” è un piccolo spaccato sull’illusorio mondo della celebrità, della spettacolarizzazione a tutti i costi, degli obiettivi da raggiungere sempre e comunque. Nell’arte come nella vita di tutti i giorni.

2. La seconda prima volta

Ci sono attimi che fanno cambiare per sempre l’esistenza. Per questa canzone ci siamo ispirati alla storia di Luciano D’Adamo, un signore romano che, al suo risveglio in ospedale dopo un incidente stradale, si ritrova catapultato in un mondo che non gli appartiene. Non riconosce i volti di chi gli sta intorno e nemmeno quasi la sua immagine allo specchio: semplicemente perché è convinto di trovarsi 39 anni prima, nel 1980.
Ha davanti a se un buco temporale enorme, un vuoto incolmabile: proprio perché non ricorda assolutamente nulla di ciò che c’è tra quelle due date, nemmeno quando gli vengono mostrate le foto dove lui stesso è presente.
Oltre a una moglie e dei figli che non ricorda di avere, non ha nessuna informazione su ciò che è capitato nel mondo: fatti storici e politici, tecnologia, cambiamenti culturali, eventi sportivi. Si trova in un pianeta alieno in cui fatica maledettamente a trovare il proprio posto. Può solo provare a ripartire, per cercare di colmare quel vuoto.
Così ci siamo immaginati che ogni volto incontrato, ogni mano stretta, ogni parola ascoltata, ogni relazione per lui non saranno degli eventi unici, bensì la ‘seconda prima volta’.
Ci si potrebbe chiedere se non sia solo un anomalo deja-vu, o forse un’altra opportunità di rinascere, o ancora un’occasione unica per migliorarsi ogni giorno…

ones

Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

http://groovin.eu

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